Il doppio ruolo del settore delle costruzioni
Il comparto edilizio è un attore centrale nella crisi climatica: produce una quota significativa di emissioni attraverso materiali e consumi energetici, ma allo stesso tempo è altamente esposto a alluvioni, siccità, ondate di calore e cedimenti dei terreni. Entro il 2050 i costi di adattamento a livello globale sono stimati in decine di miliardi. Questo rende il settore sia parte del problema che parte della soluzione.
Perché mitigazione e adattamento spesso si scontrano
La mitigazione punta alla riduzione delle emissioni sul lungo periodo, mentre l’adattamento si concentra sulla sicurezza e sul comfort immediati. La prima si basa su target chiari di CO₂, il secondo spesso manca di metriche condivise. Inoltre, le politiche abitative, energetiche, idriche e di mobilità operano spesso in isolamento, creando silos che frammentano le decisioni. Il risultato? Le considerazioni climatiche vengono troppo spesso aggiunte alla fine dei progetti invece di guidarne la progettazione.
Opportunità di sinergia
Nonostante queste frizioni, adattamento e mitigazione possono rafforzarsi a vicenda se integrati correttamente. Una pianificazione coordinata consente, ad esempio, l’installazione simultanea di infrastrutture per energia e acqua, riducendo costi e disagi.
Le principali opportunità di sinergia includono:
- Coordinamento intersettoriale, per evitare lavori duplicati e massimizzare l’efficienza.
- Piattaforme digitali, che integrano dati provenienti da settori diversi per individuare le aree prioritarie dove inserire infrastrutture verdi o reti di calore.
- Progettazione guidata dal clima, che reintroduce strategie passive come ventilazione naturale e barriere verdi per migliorare comfort e resilienza.
Insieme, questi approcci dimostrano che adattamento e mitigazione possono essere allineati per offrire benefici di lungo termine a città e comunità.
Ostacoli all’integrazione
Se i vantaggi sono così evidenti, perché questo approccio non è ancora diffuso? Tra le principali barriere troviamo:
- Pressioni economiche di breve periodo, che privilegiano costruzioni veloci ed economiche a discapito della resilienza futura.
- Governance frammentata, con settori come abitazioni, energia, mobilità e acqua che operano separatamente.
- Complessità operativa, poiché la transizione energetica assorbe già molte risorse e aggiungere l’adattamento senza coordinamento genera inefficienze e costi aggiuntivi.
Questi fattori creano inerzia e rendono più difficile innovare su larga scala.
I vantaggi di un nuovo approccio
Dove adattamento e mitigazione vengono integrati, i benefici sono tangibili: quartieri più sani e freschi, costi energetici ridotti e una maggiore resilienza agli eventi climatici estremi. Ogni progetto che dimostra con successo queste sinergie diventa un modello da replicare, accelerando l’adozione su più ampia scala.
Guardando al futuro
Nel lungo termine la riduzione delle emissioni resta imprescindibile; nel breve, l’adattamento è essenziale per garantire spazi vivibili. Se affrontate separatamente, le due agende rischiano di ostacolarsi; se perseguite insieme, moltiplicano i risultati. Collaborazione intersettoriale, strumenti integrati e progettazione guidata dal clima sono le basi per comunità sicure, sostenibili e pronte al futuro.
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