La ricerca nel campo del fotovoltaico continua a sfidare i limiti convenzionali. Un team di Stanford University ha sviluppato un'innovativa tecnologia in grado di generare energia anche durante la notte, non attraverso la luce lunare, ma tramite un fenomeno fisico noto come raffreddamento radiativo.
Come funziona il raffreddamento radiativo
Dopo il tramonto, la superficie terrestre continua a emettere calore sotto forma di radiazione infrarossa verso il cielo. Su cieli limpidi, questa dispersione termica può abbassare la temperatura del suolo al di sotto di quella dell’aria circostante. Collegando un generatore termoelettrico a un pannello modificato, è possibile convertire questa differenza di temperatura in energia elettrica.
L’energia prodotta non è paragonabile a quella generata di giorno, ma sufficiente per alimentare piccoli dispositivi come sensori, luci LED o strumenti di comunicazione.
I punti di forza della tecnologia
- Funzionamento h24: prosegue la generazione anche di notte
- Soluzione per aree remote: utile dove l’elettricità scarseggia o è intermittente
- Minore dipendenza da batterie: riduce la necessità di sistemi di accumulo nei contesti off-grid
Inoltre, le prestazioni di questa tecnologia superano, in condizioni simili, altre soluzioni di raccolta energetica come quelle basate su radiofrequenze o micro-turbine eoliche notturne.
Verso un’energia più accessibile
Il sistema è estremamente compatto: il generatore occupa meno dell'1% della superficie del pannello. I costi stimati risultano inferiori a quelli richiesti per installare sistemi di accumulo tradizionali.
Stanford punta a impiegare questa tecnologia nei contesti rurali e nelle comunità isolate, dove circa 770 milioni di persone non hanno accesso all’elettricità. Questo tipo di pannello potrebbe rappresentare una soluzione autonoma, semplice ed economica.
Uno sguardo al futuro
Il principio del raffreddamento radiativo, già noto e applicato ad esempio per il raffreddamento passivo degli edifici, viene ora esteso anche alla produzione energetica. Alcune startup lo utilizzano per estrarre acqua potabile dall’umidità dell’aria; altri gruppi, come ETH Zurich e SkyCool Systems, stanno esplorando soluzioni simili.
Questa tecnologia non sostituirà i pannelli fotovoltaici tradizionali, ma li completerà, potenziando la produzione complessiva nell’arco delle 24 ore e riducendo l'impatto ambientale dei sistemi di accumulo.
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